Leggo proprio oggi di un anatema che contro Matteo Renzi sindaco di Firenze ha lanciato Pieraldo Ciucchi, consigliere regionale poco rappresentativamente eletto in Toscana nel calderone delle liste prefabbricate come qui si usa, ritenendolo reo di aver fatto fuori un assessore socialista (socialista, e chi lo sapeva?) per perseguire a quanto pare mire integraliste e con questo tagliandosi tutti i ponti per costruire una sinistra di governo appoggiata anche ai valori di questo filone di pensiero riformista.
Ed io, coglione, che fino ad ora invece avevo sempre pensato che Renzi, pur nella sua origine cattolica, avesse una concezione laica della politica, così differente dall'accoppiata post-conciliare e pure piuttosto tardiva, anche in senso toscano, Bersani/Bindi! Meno male invece che è arrivato il Ciucchi a mettermi in guardia dalla matrice dossettiana e dall'innesto di cultura democratica di derivazione comunista (sic), altrimenti da povero socialista dei tempi antichi che una volta c'aveva creduto e che, tutto sommato visti gli altri, potrebbe anche tornare a crederci, che deriva mi sarebbe rimasta?
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