Riprendo dal sito www.pensalibero.it, al quale di tanto in tanto collaboro e che normalmente si occupa di altre cose che non la Fiorentina, un intervento di Enrico Martelloni che mi sembra interessante per il modo non banale con cui il problema sportivo è affrontato nel suo legame con Firenze, così come gli altri problemi non sportivi che emergono e che hanno, come spesso succede, una gestione poco meno che disastrosa. |
Sono da sempre un tifoso Viola e credo nel lavoro dei signori Della Valle. I meriti sono tanti, ricordo le vittorie, il comportamento civile e sportivo che in questi anni ci hanno distinto da altri. Potrei continuare, ma sappiamo bene quali sono i meriti di questa società. In un momento così difficile per la vita e il lavoro dei cittadini, gettare soldi al vento per accontentare alcuni, non può essere considerato un merito. I limiti alla crescita della Fiorentina, l'ha determinata la politica, che con decisione ha tagliato le gambe al progetto viola. Nessuno getterà al vento i propri soldi. Non i Della Valle, non altri, per il piacere che qualcuno crede dovuto in virtù di essere nato a Firenze. Credo che i più, tra i tifosi Viola, sono vicini alla Fiorentina dei Della Valle. Il progetto è serio e averlo così rifiutato dimostra i limiti di questa classe politica e dei suoi vertici. Lo sport, il calcio, il fair play, la Fiorentina, sono per Firenze il primo biglietto da visita verso il mondo. Ho fiducia nella Fiorentina e rinnovo il mio entusiasmo. Sono convinto che sarà un gran campionato per i viola. La città deve, però, capirlo ora. Quello cha ha reso grande l’elegante maglia viola è il gusto e la sportività che la città ha saputo regalarsi e offrire agli ospiti, spesso battuti, da un team stellare, da virtù imprenditoriali che oggi sono messe a forte rischio. Il calcio deve restare un piacere e nello stesso tempo una fonte d’investimento anche finanziario e di sviluppo per la città. Il football muove cifre da capo giro che nessuno può permettersi di considerare di secondo piano. Con la Fiorentina, la città avrebbe avuto molte altre occasioni di rinnovarsi e di benessere economico diffuso. Probabilmente il nocciolo del problema è questo. L’espediente dell’aeroporto “Vespucci” testimonia quanto lontano dagli splendori rinascimentali sono oggi le amministrazioni politiche e quanto miopi, invece, dimostrano d’essere, sollevando odi campanilistici risibili in una realtà che più che multiculturale dovrebbe essere fatta d’integrazione tra i nuovi arrivati e il paese che li ospita. Un aeroporto più grande non sarà mai fatto. Resterà verbo al vento; come sempre. Questo indipendentemente dal fatto che sia troppo vicino al centro della città, o a Prato. Indipendentemente dal fatto che crei disagi acustici, inquinamenti atmosferici. Indipendentemente dal fatto che Siena ne vorrebbe uno suo molto più grande e che tre aeroporti sono oggi in Toscana, una follia. E’ il segno del tempo quello che osserviamo con i nostri occhi, come le storture edilizie, gli abusi. Il rinascimento fiorentino è ora un ricordo con gli stessi problemi d’oggi, che allora, però, affrontava con altro piglio ed occasioni. La politica, la finanza, la progettazione del nostro futuro civile e educativo, l’economia di una città come per Firenze, che non dimentichiamo, è del mondo, rispecchiano i tempi che stiamo vivendo, cioè quelli che hanno spesso mosso gli uomini, che oggi passano attraverso una squadra di calcio, non avendo più il primato su altre cose. Non è più scindibile la realtà calcistica dal prestigio di una città, basta guardare agli esempi di Parigi, o Monaco. Firenze se ancora si vuole illudere di essere una città amata, o l’orgoglio scorrere nel sangue dei suoi sostenitori deve comprenderlo velocemente.
Enrico Martelloni
Nessun commento:
Posta un commento