Si è discusso di recente sul ruolo nazionale che Matteo Renzi può giocare nel pd ed il nostro direttore su questo argomento si è espresso con molta efficacia. Aggiungerei solo che questo ruolo sarebbe da svolgere non tanto in quel partito, ma forse meglio per un partito da fare, che stesse al medesimo posto ma che facesse altre cose, però non tutto si può avere dalla vita. Ciò che invece mi preme oggi è riconfrontare il tutto nella vicenda locale dove lo scontro si tinge da estremo conflitto ed è un conflitto tutto interno al pd.
Si deve dare atto al governatore Rossi di aver tracciato e scelto una via, forse non del tutto chiara e di immediata comprensione, però pensata in direzione dell’interesse della Toscana e non di quei campanilismi - verrebbe quasi voglia di dire tribalismi - sempre in agguato nella nostra regione e che ci hanno portato a notevole distanza da molte altre quando si parla di scelte pubbliche, con concentrazione massima nelle politiche del trasporto. La necessità di un potenziamento dell’aeroporto di Firenze e la sua indispensabile interconnessione con Pisa è confermata da tutti gli studi condotti sulla realtà territoriale ed economica della Toscana e sulle sue prospettive di sviluppo, legate come sono al miglioramento delle relazioni internazionali delle nostre forze produttive da una parte ed alla capacità di accoglienza di visitatori stranieri, siano turisti od operatori economici, dall’altra.
La soluzione proposta non è sicuramente univoca e neppure chiusa a doppia mandata; oltre tutto sconta, per la serie amenità della politica, la presenza di un’assessora un po’ originale. Però era volta a superare le punte più acuminate dei contrasti finora emersi: dalla sua non compatibilità con la cittadella viola, peraltro un problema sovrastrutturale, alla necessità di una compensazione ambientale attraverso l’istituzionalizzazione del parco della piana, anche se in versione comica come parco agricolo. Ed infatti ha incontrato immediatamente il favore delle categorie interessate, senza registrare neppure il dissenso manifesto da parte dello scalo di Pisa, lasciando intendere che ci fosse da parte delle articolazioni economiche e di quelle territoriali la volontà di marciare una buona volta insieme, con un eventuale lavoro di lima invece che di trincetto, per adeguare il tutto agli interessi di ciascuno, quando legittimi e compatibili.
Il gran rifiuto viene dai sindaci della piana, che ripropongono senza aggiornamenti i vecchi motivi [no, anzi, ora entrano in ballo anche i poteri forti], quelli della provincia di Prato invece i motivi se li sono inventati lì per lì e vista la loro consistenza era meglio se ci pensavano ancora un po’. Ma il problema per Renzi è che la battaglia instaurata dai suoi vicini non è contro il governatore Rossi, sempre tenuto in gran rispetto nonostante la polemica, ma proprio contro di lui, quel corpo estraneo che si è innescato a Firenze e con riflessi nell’area, rompendo il torpido conformismo delle precedenti amministrazioni e dando da pensare anche a quelle circonvicine.
Sarà questa perciò la prima battaglia che il sindaco di Firenze dovrà combattere, ma soprattutto vincere se vorrà dimostrare agli altri, più che a se stesso, ché di questo è già pienamente convinto, di essere il personaggio giusto per riempire quel vuoto che tutti sanno che c’è, ma che nessuno s’azzarda a colmare, anche perché forse, tutto sommato, a tanti va bene così.
Silla Cellino
pubblicato il 17 gennaio 2011 su pensalibero.it
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