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Se è vero, come si sosteneva qualche giorno fa, che le ambizioni di Matteo Renzi passano in primo luogo per Firenze ed in ciò che riesce a realizzare nella città di cui è sindaco ormai da quasi due anni, i risultati non ce la fanno ancora a poter essere considerati in linea con i propositi. Nessun dubbio che ora nell’amministrazione degli affari della città prevalga un metodo se non altro diverso, ma i segni tangibili della rivoluzione annunciata stentano a manifestarsi come evidenti.
La realtà è che probabilmente esistono in città problemi di struttura che non dipendono solo dalla compagine comunale, ma la forza di un’amministrazione si misura anche dal modo in cui viene condotto il confronto con gli altri protagonisti e da come si risolve. Su questo piano non pare che la giunta guidata da Renzi abbia ottenuto significativi successi.
Prendiamo la stazione Foster ed il sottoattraversamento della città. Su queste colonne è stato espresso un plauso quando fu presa di petto l’inutilità della stazione dei Macelli: in primo luogo per il suo sovradimensionamento rispetto alle esigenze cittadine; in secondo luogo per la sua localizzazione che impoverisce ulteriormente il centro senza assicurare un collegamento efficace; infine per le riserve nei confronti della natura stessa della stazione che in altro non si risolve se non in un nuovo, faraonico centro commerciale, di cui non si sente proprio il bisogno. Tralasciamo i disagi per i lavori, tanto ci siamo abituati. Sulla stazione Foster Renzi ha perso e, al momento, non ha ottenuto nulla in contropartita.
La questione del sottoattraversamento si ricollega direttamente al problema del trasporto urbano ed anche del traffico. Ammesso che sia funzionale, in alternativa ad una razionalizzazione della viabilità ferrata già esistente in superficie, non si capisce perché lo stesso sottoattraversamento non possa essere l’occasione per l’affiancamento di mezzi di trasporto pubblico urbano ed anche di una viabilità sotterranea per il traffico privato. Renzi ha tentato di mettersi nel mezzo, ma non c’è riuscito.
Sempre in ambito di trasporto e sempre in presenza di buoni propositi, le linee 2 e 3 della tranvia sono ancora al palo. Una dovrebbe partire presto, ma sarà quella di Peretola proprio nel momento in cui Peretola è una prospettiva che segna molto il passo, l’altra, quella di Careggi più socialmente qualificante, si scontra ancora con problemi di viabilità che, allo stato delle cose, sembrano difficilmente risolvibili. E’ vero che Renzi propone un’alternativa di percorso audace, ma finora i riscontri non sono positivi. Peccato, perché l’alternativa di percorso audace è apprezzabile, anche perché, forse involontariamente, introduce per la prima volta nel trasporto urbano un concetto di trasversalità, che invece dovrebbe essere fortemente da considerare nei trasporti del futuro. Però siamo ancora in alto mare.
Del problema dell’aeroporto si è già scritto e non pare che negli ultimi giorni siano scoccate scintille di progresso per Firenze, anzi. Nessun timore: di questi tempi il sindaco di Firenze gira l’Italia con il suo libro per televisioni e manifestazioni, riscuotendo ovunque successo, ma il successo personale resta effimero se non si consolida dietro una politica proposta, discussa e poi tradotta in atti riformatori concreti. Sennò attenzione: i vedovi delle rotaie davanti al Battistero sono ancora tutti lì, ad aspettare il momento opportuno.
Del problema dell’aeroporto si è già scritto e non pare che negli ultimi giorni siano scoccate scintille di progresso per Firenze, anzi. Nessun timore: di questi tempi il sindaco di Firenze gira l’Italia con il suo libro per televisioni e manifestazioni, riscuotendo ovunque successo, ma il successo personale resta effimero se non si consolida dietro una politica proposta, discussa e poi tradotta in atti riformatori concreti. Sennò attenzione: i vedovi delle rotaie davanti al Battistero sono ancora tutti lì, ad aspettare il momento opportuno.
Silla Cellino
pubblicato su pensalibero.it il 28 febbraio 2011
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