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mercoledì 23 gennaio 2013

Start up innovative. Brevi appunti per cominciare: il business plan


Facciamo seguito a quanto già scritto in precedenza sulle start up innovative. Abbiamo già parlato dell'intervento legislativo, ora vediamo anche alcune schematiche note operative.

L’argomento è la creazione di un’azienda nuova che abbia, in estrema sintesi, queste caratteristiche:

  •  deve essere costituita sotto la forma di società di capitali oppure cooperativa
  • deve avere come oggetto sociale e come attività prevalente lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi ad alto valore tecnologico
  •  la maggioranza del capitale sociale e del diritto di voto in assemblea deve essere detenuta da persone fisiche
  •  dipendenti o collaboratori, inclusi i soci che prestano attività all’interno della società, debbono essere in possesso, per almeno il 30%, di dottorato di ricerca oppure svolgono un dottorato di ricerca oppure dispongono di laurea con almeno tre anni di attività certificata di ricerca
  •  devono sostenere spese per ricerca e sviluppo in misura pari ad almeno il 30% del maggior valore tra costo e valore totale della produzione
Le società di questo tipo si chiamano start-up innovative. Nei loro confronti è prevista una disciplina di favore in sede di costituzione, riflessi fiscali, costo del lavoro ed accesso a finanziamenti partecipativi.

  •  in sede di costituzione, che avviene con assistenza notarile, però in esonero del pagamento dell’imposta di bollo ed altre minori agevolazioni,  la società viene iscritta in una sezione speciale del registro delle imprese ed è esonerata dai diritti di segreteria e dal diritto camerale per tutto il periodo in cui è considerata start-up
  •  in caso di crisi irreversibile della società, essa non può essere assoggettata a fallimento, amministrazione controllata o concordato preventivo, ma solo allo speciale rito della composizione delle crisi da sovra indebitamento e conseguente liquidazione della società
  •  agevolazioni fiscali riguardano non direttamente la società, ma coloro che con la società operano all’interno: le stock option, ossia azioni, quote o strumenti finanziari partecipativi possono essere emessi anche a favore di dipendenti o collaboratori, ma in questo caso non concorrono alla formazione del reddito imponibile degli stessi
  • per l’assunzione a tempo indeterminato di personale altamente qualificato è previsto un credito d’imposta a favore delle società start-up pari al 35% del costo aziendale sostenuto
  • per le assunzioni a tempo determinato sono previste particolari modalità agevolative e di estensione della durata o dei rinnovi, in deroga alle normali condizioni previste in materia.
  •  altre agevolazioni fiscali sono previste per gli investitori, persone fisiche e persone giuridiche, che vogliano intervenire nel capitale delle start up
  • sono istituiti portali, ossia piattaforme on-line che hanno per oggetto la raccolta di capitali da destinare al sostegno delle start-up innovative con la partecipazione al capitale di rischio.

Queste in estrema sintesi le agevolazioni. Parliamo ora di business plan.

Il business plan è il documento che sintetizza il progetto. Si fonda, nel caso delle start up innovative, su un’idea imprenditoriale coerente con lo sviluppo, la produzione, la commercializzazione di prodotti o servizi ad alto valore tecnologico. Ha valenza interna, perché costituisce passo per passo la verifica della validità del progetto; valenza esterna perché si rivolge ad un complesso di elementi interessati al progetto stesso ed al suo sviluppo.

Dal punto di vista interno consente all’imprenditore di conoscere le risorse a disposizione, ottimizzarle e svilupparle; inoltre contribuisce alla conoscenza degli aspetti finanziari, alla consapevolezza ed alla gestione dei rischi, nonché degli obiettivi da raggiungere ai fini dell’economicità dell’impresa. Dal punto di vista esterno è strumento indispensabile per rivolgersi ai portatori d’interessi, stakeholder, interni ed esterni. Quelli interni, per questa fase iniziale, si identificano prevalentemente con il gruppo promotore, quelli esterni invece sono molto importanti alla luce della legislazione di sostegno: indipendentemente dall’accesso al credito ordinario, particolari e favorevoli condizioni sono infatti riservate per gli investimenti nel settore delle start up innovative, sia a beneficio di investitori individuali e/o privati sia di organizzazioni di venture capital o di business angels.

Bisogna partire da quale/i prodotto/i vogliamo realizzare. L’idea imprenditoriale deve essere ritenuta interessante e deve essere illustrata nelle sue finalità, nei suoi obiettivi e nelle sue motivazioni in modo chiaro e conciso. Appare superfluo aggiungere che il business plan deve adattare le proprie specifiche alla tipologia di prodotto o di classe di prodotti caratteristica dell’azienda.

L’idea imprenditoriale deve essere posizionata sul mercato possibile. Nel campo dell’innovazione il mercato può essere costituito dagli utilizzatori professionali oppure diretto al largo consumo. Si tratterà di fare una scelta che condizionerà le tecniche di marketing, ma prima si dovrà partire  dallo studio dell’ambiente competitivo, composto da studio della redditività del settore, verifica dell’esistenza di concorrenza per prodotti analoghi, possibilità d’inserimento del proprio prodotto e vantaggio competitivo collegato.

L’analisi di redditività parte in primo luogo dalla rilevazione dei costi per realizzare il prodotto, parametrata ai tempi necessari per la messa in circolazione del prodotto e la sua progressiva affermazione sul mercato. Fanno parte di quest’analisi l’individuazione dei costi per la realizzazione del prototipo e del successivo prodotto, la definizione di una struttura, organizzativa, produttiva e di vendita, nonché i costi esterni se  esistenti ed individuati.

Nelle ipotesi di start-up da considerare in questa sede, si tratterà probabilmente di un’organizzazione snella, senza particolari costi per impiego di materia prima, più sbilanciata invece verso costi di natura tecnica e professionale. Quest’ultimo requisito è importante perché, come detto poc’anzi, le spese di ricerca e sviluppo debbono costituire una componente essenziale dell’intero costo o valore della produzione.

L’analisi di redditività si completa con l’analisi delle condizioni, quantitative e temporali, in cui il prodotto viene collocato sul mercato e da questo assorbito. Perciò il business plan deve contenere in via preliminare un piano di marketing che tenga conto delle condizioni dell’ambiente in cui si opera, della concorrenza e del proprio vantaggio competitivo se si ritiene che ci sia. E deve esserci, altrimenti non si comincia nemmeno.

Il piano di marketing dovrà essere redatto con l’ausilio di professionisti del settore. Dovrà definire gli obiettivi, stabilire la segmentazione, ovvero la fascia di mercato di cui vorremo occuparci, il tipo di clientela a cui vorremo rivolgerci, in termini sia qualitativi che quantitativi, in quale livello del mercato ci vogliamo inserire di partenza e a quale livello puntiamo ad arrivare, fatta l’analisi delle nostre potenzialità. Se necessario ricorrendo a tecniche di marketing mix.

Il business plan si conclude col piano economico-finanziario. Il piano, che normalmente deve prevedere un orizzonte di 3/5 anni è un progetto che illustra la fattibilità economica e finanziaria del progetto. La fattibilità economica risulta dal confronto fra l’ andamento dei costi e la supposizione dei ricavi, al fine di valutare la capacità dell’impresa di raggiungere un equilibrio reddituale e di avviarsi verso un risultato economico positivo, tenendo conto anche dei tempi in cui si possono raggiungere questi risultati. La fattibilità finanziaria serve per valutare l’entità del fabbisogno finanziario per l’avvio della start up e la sua evoluzione nel tempo. Il progetto di fattibilità sia economica che finanziaria viene elaborato e verificato con la stesura di bilanci preventivi del breve/medio periodo che dovranno essere assoggettati a periodiche verifiche ed aggiustamenti.

Tutto questo in termini estremamente sintetici, a valere per una ipotesi progettuale standard.

Buon lavoro.
23 gennaio 2012

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