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domenica 29 gennaio 2012

Che fine farà il centro destra in Italia?


pubblicato su www. pensalibero.it del 29 gennaio 2012
Se permettete, oggi vorrei parlare di destra.  O del centro destra a seconda delle preferenze, incerto anche se vada scritto col trattino o senza. Sì perché se c’è uno schieramento che rischia di uscire profondamente rivoluzionato dagli effetti della gestione Monti è proprio quello che dava vita al precedente governo, ancora più di ciò che è successo col diverso atteggiamento di Pdl e Lega in parlamento.
La prima constatazione da fare è che al momento attuale il collante Berlusconi non funziona più. Sarà colpa dell’usura personale, quella morale o semplicemente quella del tempo, oppure delle responsabilità che vengono attribuite nel suo complesso al precedente governo per la cattiva gestione della situazione economica, oppure tutto insieme, compresa anche l’aspirazione generale a vedere facce nuove e metodi nuovi. Fatto sta che oggi il Cavaliere, anche se vorrebbe far capire di lavorare sotto traccia, è ben lontano dal rappresentare il simbolo, il leader più autorevole se non indiscusso di uno schieramento di centro destra inteso come blocco sociale conservatore. Conservatore sì, perché le tracce liberali se le perse fin dagli inizi, pressappoco ai tempi del disimpegno di Antonio Martino.
Senza questo collante, colonnelli e alleati che prima erano chiamati semplicemente a gestire un potere che viveva di luce riflessa e sostanzialmente si facevano gli affari propri, oggi, senza potere e con meno affari, rischiano di rivelarsi incapaci oppure devianti. Bossi ed i suoi hanno già deviato, anche se non tutto appare così scontato; la parte più politica, di derivazione in prevalenza socialista dei Cicchitto o dei Brunetta si ritrova in un cul-de-sac da cui sarà difficile districarsi se non cambiando canale ancora una volta. E anche gli altri ex ministeriali riusciranno a trovare una dimensione politica senza potere? E soprattutto, come riusciranno a tenere un rapporto con le articolazioni locali che erano un punto di forza per questo potere? La tornata elettorale amministrativa è molto vicina ed un possibile esito negativo sarà molto condizionante.
Per di più ritengo, pur non avendo assolutamente simpatia per questo versante, che l’assenza di una vera destra politica sia pericolosa per la democrazia, anche perché non sempre si troverà un Cavaliere in grado di incanalarla verso direzioni non autoritarie sia pur populiste, ma soprattutto per l’esistenza ai margini di quest’area di larghi settori eversivi, inseriti anche in un più ampio contesto europeo.  E ciò non può lasciarci indifferenti, non tanto per le possibilità eversive, ma per l’eventualità che qualche spregiudicato cavalchi il disagio di destra, spinte xenofobe comprese, anzi di partenza e come motivazione demagogica.
Può darsi che il tentativo di Berlusconi di non disperdere tutto il consenso che ha coagulato sulla sua persona in questi anni possa in qualche modo riuscire, se non altro nel senso di limitare i danni, ma è chiaro che si tratta, nella migliore delle ipotesi, di una pura operazione difensiva e magari di orgoglio personale, ma non può aspirare a proporsi come rilancio, anche semplicemente di gestione, di un’area politica per un medio-lungo periodo, figuriamoci di governo. Perciò non è difficile immaginare anche che esponenti a suo tempo defilati da questo schieramento – Casini e Fini senza far nomi – provino a rimettere le mani su quest’area, che poi è per natura la loro. Già, ma poi gli elettori che ne diranno?

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